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Modello sperimentale alternativo.

ILFARM è alla constante ricerca di nuove molecole bioattive nelle sanguisughe

La ricerca scientifica moderna in ambito biomedico non può prescindere dalla disponibilità di modelli animali adeguati, il cui contributo fondamentale consiste nella possibilità di definire le basi cellulari e molecolari di svariate patologie umane e al tempo stesso disporre di modelli preclinici per testare potenziali farmaci o terapie innovative nello stesso ambito).


L'utilizzo di modelli sperimentali basati su invertebrati, quali la sanguisuga Hirudo verbana, implica vantaggi sempre più evidenti rispetto ai modelli tradizionali basati su vertebrati, quali il topo domestico o il ratto. In particolare, il basso costo e l’agevole gestione dei protocolli di riproduzione comportano un abbattimento del costo di allevamento e del relativo prezzo di acquisto per l’utente.


Inoltre, l’utilizzo di modelli sperimentali basati su invertebrati è in linea con le più recenti disposizioni europee in materia di ricerca sperimentale, basate sul principio delle 3R (Replacement, Reduction, Refinement), introdotto al fine di minimizzare l’uso di animali senzienti nei protocolli di ricerca tramite la sostituzione con modelli animali più semplici e dotati di un sistema nervoso meno sviluppato.

Ricerca di base


La sanguisuga è un modello sperimentale alternativo ai vertebrati ampiamente utilizzato per studiare:


  • i meccanismi che regolano la risposta immunitaria,
  • la rigenerazione tissutale,
  • il funzionamento del sistema nervoso 
  • valutare l’impatto ambientale di diversi tipi di inquinanti e nanomateriali derivanti da attività antropiche.

Ricerca

biotecnologica

La continua identificazione di nuove molecole bioattive prodotte dalle sanguisughe e con attività:

antibatteriche, rigenerative, in grado di stimolare la produzione di collagene aprono nuove possibilità per lo sviluppo di innovativi approcci terapeutici per la cura di lesioni e di infezioni batteriche sia a livello cutaneo che a livello sistemico.


Tale ricerca si inserisce perfettamente nei programmi di finanziamenti stanziati dall’UE per affrontare il grave problema sanitario relativo all’insorgenza della resistenza agli antibiotici di un numero sempre maggiore di patogeni (Piano di azione 2021 della Fondazione regionale per la ricerca biomedica).


Questo problema è particolarmente grave in Italia che è prima in Europa per numero di morti legate all'antibiotico-resistenza: dei 33.000 decessi che avvengono nei Paesi UE ogni anno per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, oltre 10.000 si registrano infatti nel nostro Paese.

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